sabato 24 dicembre 2011

DEL FARE BILANCI DELL'ANNO

(il cielo a Parigi ad agosto)


2011, ci sei piaciuto.
Ma sì dai, alla fine non avevo grandi aspettative.
E invece sono riuscita a guadagnare dei soldi lavorando (non tanto bene, mi han detto, però io ci ho messo comunque me stessa, anche quando ero smaronata e volevo andare in vacanza, e comunque son soddisfazioni, e poi sono affezionata a tutti perché alla fine è una famiglia, con tanto di parenti che magari sono un po' fastidiosi ma poi ti mancano e ti ritrovi a volerli sopportare ancora una volta)
Per il resto non ho combinato nulla, mi son dedicata a studiare e a tentare di finire l'università. Ormai manca poco (relativamente), sono già agitata ora perché mi sto già chiedendo cosa farò dopo, cosa ne sarà di me, dove finiranno le mie energie, i miei sogni, le mie inclinazioni (ehm. quali?), se troverò uno stage, se fuggirò all'estero, se rimarrò a Milano a scaldare la sedia in aula, se mi inventerò un lavoro. In ogni caso per quanto io abbia parlato male della mia scelta universitaria io amo la mia università, con tutti i suoi difetti. Mi piace che sia statale e non privata, che non si trovi posto in aula né in biblioteca, perché mi fa sentire una survivor, e a luglio potrò dire CAZZO SI', anche se sembrava impossibile riuscire a iscriversi a tutti i laboratori, farsi certificare uno stage, imparare una terza lingua (o far finta di), farsi approvare il piano di studi, IO CE L'HO FATTA, HO VINTO CONTRO LA BUROCRAZIA DELLA STATALE!!!
Sono contenta perché quest'anno sono cresciuta. Mi sono responsabilizzata.
Ho perso una persona importante che ha segnato la mia vita (fino a qui, ma sono sicura continuerà a farlo anche ora che non c'è più). Mi ha insegnato il valore della cultura, dell'impegno, della costanza, ma anche del mollare quando non ce la si fa. E l'importanza dell'amarsi, del coltivarsi e del migliorarsi.
Ho viaggiato. O meglio: ho visitato due città, cercando di viverle un po' più che nei loro aspetti turistici. Diciamo che mi sono arrangiata con la lingua che non so (visita medica in francese spiegandomi a gesti: check!) e mi sono persa per Bruxelles. Mi sono seduta sulle panchine al parco, ho parlato con sconosciuti in un miscuglio maccheronico indecifrabile, ho bevuto caffè orribili, camminato a lungo osservando la gente. Ho imparato a stare un po' da sola. E' banale, soprattutto alla mia età, è probabilmente qualcosa che avrei già dovuto fare da tempo, ma va bene lo stesso.
Sono rimasta affascinata da un sacco di cose, luoghi, persone, odori, fotografie, libri. Soprattutto libri. Però tanto non gliene frega a nessuno di cosa leggo, come, quando, insomma, non ho pretese, qui ci scrivo i cazzi miei e alla fine non sono nessuno per consigliare letture o ascolti (in realtà ora non ho molta voglia di recensire o spiegare, lo farò poi, forse).
Ho scoperto Parigi con il ragazzo che amo e che riempie le mie giornate di cose bellissime (ve l'ho detto che mi ha regalato le cuffie che volevo nel colore che piaceva a me che era esaurito? ecco. per dire eh.), e il mio primo desiderio per quando avrò un po' di tempo libero è tornarci e magari restarci (sì amore, lo so che non si può e che devo tornare a Milano, ma una volta che mi incateno al ponte tu come fai a portarmi via? visto? sono un genio!).
Quest'anno mi hanno anche rimosso la macchina, ho speso un sacco di soldi e mi hanno tolto un sacco di punti dalla patente, ma fa niente. La macchina poi si è rotta due volte, e ora toh, devo anche pagare il bollo. Sono comunque emozioni eh.
Ho salutato Venezia con un po' di malinconia, perché in fondo è come se la nostra storia fosse nata lì, anche se ci siamo incontrati alla Fnac a Milano quando siamo andati a sentire le Luci (trooooppo indie). Che poi io ero arrivata in vespa. Ma è un altro discorso. E ho passato più tempo in via Lamarmora (grazie per l'ospitalità) che a casa mia.
Ho un piede a Milano e uno a Verona, dove l'ultima volta ho mangiato ai banchetti tirolesi salsiccia e vin brulè e poi a studiare Kant in biblioteca.
(questo elenco-promemoria di cose belle-post ha appena perso coerenza interna, coesione testuale e senso)
Ho delle buone amiche che son pronte a correre e salvarmi le chiappe, la faccia e soprattutto a risollevarmi il morale quando sono spompata. Vi ringrazio tanto, voi, le cene, le candeline al mio compleanno, i caffè, i tè, le brioches e qualsiasi altra scusa idiota ci inventiamo per stare insieme.
Volevo dire che in fondo sono felice, che nonostante le cose tristi che non possono mai mancare sono piena di voglia di fare, di ottimismo e di entusiasmo per ogni giorno che vivo.
Quindi 2012, sii almeno un po' come il 2011, concedimi di andare un po' in vacanza, di avere l'illuminazione sul mio percorso di studi o lavorativo futuro, di avere il moroso un po' più vicino (fisicamente, si intende), di avere ancora la voglia di stare in mezzo agli altri e di immergere il naso nei libri che fa sempre bene.
Scusate il pippone e il tono un po' da diarietto del cuore dell'adolescente complessata e moralista, non accadrà più. E detto questo stasera è la vigilia e spero tanto di ubriacarmi allegramente col parentado, quindi vado a stappare bottiglie. ciao.

sabato 10 dicembre 2011

Di come sforno compilation per siti altrui.



A volte ritornano!
Non so perchè non ho più scritto qui, forse volevo semplicemente farmi un po' i cavoli miei e aspettare che cambiasse qualcosa per poi informare il mondo.
Non è cambiato nulla, sono qui a Milano, sto benino, mi mancano pochi esami alla laurea, mi sono cresciuti i capelli, continuo disperata a tentare di immaginare il mio futuro come qualcosa di promettente ed emozionante, ma al momento non ci riesco.
Vabbè, del mio futuro parlerò un'altra volta.
Quello che volevo dire è che il mio ragazzo ha chiuso il suo blog e ne ha messo in piedi un altro insieme a tanta gente di Verona e non, e che io ho collaborato nel mio piccolo con qualche canzone da farvi ascoltare, perché fondamentalmente è l'unica cosa che so fare. O forse nemmeno quella, ma prendetela così.