mercoledì 25 maggio 2011

Di deliri di studio e di problemi mentali

Ciao, non sono ancora morta, sto solo soccombendo sotto una pila di libri un po' noiosi di storia del teatro. Dunque, parliamone.
Manca una settimana esatta al mio esame e ancora ho difficoltà a ricordare cosa succede in ambito teatrale nel rinascimento o nell'Ottocento. Nella mia testa si affollano piante di teatri a cui non so associare un nome, trame di spettacoli che chissà di chi sono, nomi di autori di cui però non saprei dire alcunché.
E mi chiedo: ma che cavolo di corso di laurea ho scelto?
Ogni tanto mi sento stupida, perché mentre ho estrema facilità a ricordare teorie filosofiche, linguistiche e estetiche complesse (che per carità, sono proprio gli elementi fondamentali del mio indirizzo universitario), tanto faccio fatica a memorizzare date e nomi, e tutti quegli esami che iniziano con "Storia di.." sono il mio incubo. E ovvio, ho lasciato proprio quegli esami lì per ultimi. Forse sarei dovuta andare a studiare qualcosa di estremamente pratico e poco teorico. Il problema è che comunque in tutto ciò che comporta l'utilizzo di quei due arnesi che si trovano alle estremità dei miei braccini rachitici (mani) io sono davvero una pippa. E che tutto sommato le uniche cose che riesco a fare bene (e per bene intendo BENE) sono tutte quelle che comportano lo studio e l'analisi di teorie.
In ogni caso è troppo tardi per qualsiasi cambio di rotta, quindi tanto vale che io mi rimbocchi le maniche.
C'è un altro problema in tutto ciò. Continuo ad avere il terrore degli esami. Non so voi, ma io a partire da 10 giorni (indicativamente) prima del fatidico giorno inizio a sragionare. Vado nel panico, il mio cervello decide che non mi assiste più nell'apprendimento e quei giorni che mi separano dall'esame diventano una lenta e inutile agonia.
E di esami me ne mancano 9. E la sessione è appena cominciata.
Figata.